destionegiorno
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L’Etna l’ha vista nascere e crescere tra le nere pietre laviche e sotto un cielo blu, adesso vive a Favara in provincia di Agrigento all’ombra dei templi e con lo sguardo volto all’azzurro mare. Ha due meravigliosi gioielli: le sue figlie. Scrive per moti d’animo che non riesce a frenare, tiene ... (continua)
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Nunziata Mannino
Le sue 199 poesie
| Potreste, per favore,
costruire parchi
dove correre a nascondersi
con il cuore pulsante solo per la paura
che il tuo compagno di giochi
ti veda e scopra il tuo segretissimo posto?
Potreste, per favore,
alzare reti
da scalare per avventure
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| Sospiri,
fratture al silenzio.
Attese allegrie venture.
Stasi in ricercato movimento.
Pullulano le notti di stelle dentro gli occhi.
Spezzano il cupo giorno appena apparso.
Chi ne conosce profonda matrice
sa da dove giungono
e li accoglie,
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| -Simìna amuri-
me patri mi dicia
quannu eru nica
-po essiri ca crisci
anchi si ci voli fatica.
Unn’è facili
vuliri beni a tutti
pirdunari e aggiustari
rapporti rutti.
Ma si lu sintimentu
ca ni ‘nzignà nostru Signuri
lu mittissimu
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| Lì, tra le braccia di chi mi volle bene
depongo lieti i giorni più felici di me.
Furono infanzia e adolescenza
attesa e mia voluta quiescìenza.
Morbida stretta di affetti freschi
mai sopiti mi circondano ora,
e ripasso a memoria i giorni
e le notti
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| Non luce
o sentiero luminoso
sul limitar del bosco,
ma respiro improvviso
di ipnotica ventura
ti cattura.
Degli umani vissuti
entri a far parte
nulla preparato con arte
si addentrano le linfe
sotto la scorza,
vitali e con nuova
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| Cattedrali di miele
nel cielo di settembre,
coronano il sole
che fugge al tramonto
partorendo sogni che sfiorano
le ali d’uomo.
Nati sono nel pensiero
sfumato del vespero
i mille e tanti desii,
con forza si donano
ai ricordi macchiati
di
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| Di damasco e perle
il volto rugoso
si ingioiella.
Con tenera carezza
deponi filiale fortezza
sul tremore costante.
Asciughi gli umidi solchi
che il vissuto scava
riempi le vuote stanze.
C’è stato il tempo
dei suoni fanciulleschi
poi si è
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| Spaccasti d’impruvvisu lu me pettu
unn’eppi cchiù raggiuni né rimeggiu
mi vontu e mi rivontu d’intra u lettu,
forsi, accuminciatu era lu misi di maggiu.
Malu lu jornu ca t’incuntrai.
M’incatinasti senza scrusciu di catini
un fici nenti e mancu ti
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| Scorre il tempo.
Si scioglie,
come treccia cadente, il passato.
Era stato riposto in satolli granai,
con la pazienza degli anni,
ma un virgulto incosciente
lo riannoda al presente
senza squilli di trombe.
Piccole perle incastonate,
come
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| Sai dove dormono le accese stelle...?
Dentro la tasca insieme ai desideri
dame di compagnia d’un tempo.
Erano dorate le stelle
sui disegni miei di bimba
e sulla scia delle Comete
viaggiavano.
Quando le mie brame
cadevano senza farsi
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| Nel claudicante passo
eredità di donata gioventù
all’incedere tiranno del tempo
eterni Peter Pan
si riconoscono.
D’improvviso esploratori del mondo
sui marciapiedi quotidiani.
Anime scivolate a risalire
i muri grigi di città
viaggiano
così
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| Si a stu munnu
li petri putissiru parlari
vi narrassiru li passi
di l’omini vasci e di chiddi riali.
Schifiusi i secunni
posanu li pedi ppi forza
pi un s’ammiscari
cu fangu e ca torba.
Spingiunu i mani all’aria pi
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| Bevo dallo sguardo
la tua anima
e in parallelo dono la mia.
Insieme.
Lungo il solco
in attesa di me
fresca arsura di unione
su altri orizzonti viaggia.
Di pelle nuda una valigia
schiude
stelle di acceso
crepitio infinito
incessantemente
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| Io non so se
dentro quella ruga
all’angolo del viso
ci stanno tutte le sbucciature
alle ginocchia
di quando ero bambina
o le lacrime degli amori impossibili
nei giorni da ragazzina.
Quel primo abbraccio alla vita
filiale perpetuata e
la
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| Lungo l’incontro
di fiducia d’amore
ninfea inerme scivolasti
nell’immensità marina.
La tua ferita mortale
lenita fu dal bacio
dell’onda amorevole.
Sull’ultima perla
di dolorose lacrime
viaggiò e, come per una figlia,
le fu culla fino
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