destionegiorno
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L’Etna l’ha vista nascere e crescere tra le nere pietre laviche e sotto un cielo blu, adesso vive a Favara in provincia di Agrigento all’ombra dei templi e con lo sguardo volto all’azzurro mare. Ha due meravigliosi gioielli: le sue figlie. Scrive per moti d’animo che non riesce a frenare, tiene ... (continua)
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Nunziata Mannino
Le sue 199 poesie
| Pennellate di stupore
tra i volti giocondi
di infanti sui banchi
e applausi incerti
guardando sottecchi
assenso di adulti.
E’ festa voluta da cuori gentili
quei fiori
ogni petalo un grazie
e sono carezze che volano
dai muri dorati
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| Lungo la via
petali...
ora spoglia
la fanciulla vaga.
Spine non più celate
graffiano la sua dorata pelle
tutto è sparito
e le siepi fiorite
piangono nude come lei.
Era il paese delle mille cose
e il paese delle mille
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| E ascolto
incantata una voce melodiosa
fuggita dalle prigioni del cuore.
Lì, si è temprata
ha reso forte
il suono e il timbro
e adesso sale
su per la gola e partorisce
il sì
di una certezza
ed il contrario di essa,
il
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| Nel silenzio
cadono perle
sulle damascate vie
d'abbracci e ponti
e mura sicure
doni d'amore
a chi si è sperso
ed anima vagante
non conosce gioie.
Nel silenzio
puoi urlare
il più forte degli amori
quello seminato
ai bordi del
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| E' Natale...
il lontano ricade nell’oggi
mette l’abito di magica festa
fiuta aromi di cannella fiorita
di castagne sepolte e rinate
dalla rena segreta dell’orto.
Giù per strada il freddo era greve
la scintilla fuggita dal coro di
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| Falla sunari sempri sta nenia antica
ca ti ‘nzignò la to terra quann’eri nica
cantata fu ri li vecchi ca eranu cu tia
quannu un sapivi a ricchizza ca tinia.
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Ti nesci sula sula di la vucca
la senti... rinasci senza vuliri
radichi forti
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| Lontane le gioie
sincroniche ai giorni
di alba alla vita.
Ripesca tumulti
nei sogni che
in fretta s'appicciano al cuore
in fuochi di note d'infanzia.
Risate rinate
in sonoro meriggio
cadute su raggi di polveri lievi
alzate dal sole
amico
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| Mi sei venuta vicino,
con un dito stasera
ti accarezzo
e traccio un solco
sulla polvere tua millenaria
a preparare la scia del mio nuovo cammino
quando il desio
di cosmici giardini
mi prenderà d'un tratto
tu
porto di frontiera
mi
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| Silente piega
abbraccio della terra
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| E sulle fragilità rientri,
sui suoi mille raggi dorati
seminati e sparpagliati
da un colpo di vento
saltelli in punta di piedi
per non farti male
cadendo su ogni galassia
e spazi oblunghi sogni,
strade novelle intraprendi
ad acciuffare
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| Nella corporeità di un muro
ricerco una sinuosa parvenza di vento
che tremula
si muova a scomporre
il silenzio alato che scorre
nelle mie vene.
E d’un tratto
un inchino di pianta
di foglie palmate ombrose e giganti
disseta l’arsura
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| Oh calde sere sperse
nel freddo di mari lontani
soffio di vento
bacio e tormento
addio di speranza bagnato
e agli occhi miei
fotografie in bianco e nero
di perle perse
lacrime
di madri e di spose
su disperate onde
e ancora
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| Cercavo nell’aere
dovute Partenze
e lì vi trovai
le nubi più belle.
Sui candidi campi arati di fresco
chi vuoto ha lasciato riposo ha trovato.
Lassù alzo gli occhi
e il cuor si riempie
di voci di abbracci
e di eterne
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| E’ pronto quel tuo dito indagatore
puntato contro me a tutte l’ore
vissuto come sempiterno giogo
che può tranciarmi il capo come gioco.
Alzando gli occhi a ricercar le stelle
le oscuri in fretta con le tue livelle
ed io non penso
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| Serba e cingi e allieta
salva dagli occhi feroci di chi slava le anime
i colori dell’uomo
che nessuna tempesta ne tolga più lo splendore.
Lungo la strada srotolata ai piedi della vita
ora fiammeggia la veste nigra
nel viaggio diurno
ora
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