destionegiorno
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L’Etna l’ha vista nascere e crescere tra le nere pietre laviche e sotto un cielo blu, adesso vive a Favara in provincia di Agrigento all’ombra dei templi e con lo sguardo volto all’azzurro mare. Ha due meravigliosi gioielli: le sue figlie. Scrive per moti d’animo che non riesce a frenare, tiene ... (continua)
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Nunziata Mannino
Le sue 199 poesie
| S’infiamma la collina
col vespero saluto del sole
e s’alza un intreccio di lumi
l’abbraccio dell’ultimo raggio.
S’alzano boriose le luci cittadine
padrone della vita notturna
dissetano la sera accendendo
euforiche piste al neon
sui passi
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| Non è più tempo
di inventare nuove melodie
armoniosa stasi
ha cristallizzato le meraviglie
cantate da noi
sul dorso di lune romantiche
e nel ricordo
stillano ancora miele le notti
vissute insieme.
Ricca se ne adorna la
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| Vedi l'arcobaleno
che s'alza in cielo senza gocce perlate
respira a fatica nella celeste volta
non più si posa a coronare sogni
di beltà futura dopo la tempesta.
Spente le luci dei suoi sette colori
dipinge nell'arco i suoi
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| Occhi da marinaio
muso odorante
sul selciato salmastro
vaghi tra carezze d'onda
e vento marino.
Di piedi veloci
seguace compagno
nella rete a riposare
piena di buchi
buona per la cuccia famiglia
tra le dita di chi ti accoglie
e ti dona una
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| Furtiva passeggi,
abitatrice futura del bosco,
anima nuova.
Giochi sulle nude fronde
che respiro ventoso
ha attraversato con lame
di morte e di vita.
Aspetti verdi nascite
con paziente occhio
da dolorosi distacchi.
Frughi le dispense
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| Sulla porta
un batuffolo di nuvole rosa
festa con la primavera nel cuore
vita che genera la vita
agli occhi
della mamma in veglia attenta
pronta a trasferire segreti
da madre in figlia.
Alla donna che nasce
l'inchino della luna
quel fiore
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| Tutto un libero fraseggiare
su paradisi e promesse
senza anima dentro
senza morsi di coscienza
senza luce primordiale
senza...
monotonia costante
stanca di seguire il sole
stanca di inventarsi
stanca di storie originali
stanca...
e tutti a
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| Sull'ultima luna
scorta sul dorso
delle nostre mani
treccia di giungla
ho spento la lampada e
chiuso la porta.
In attesa.
Plenilunio che strega.
Dalla serratura di un cuore
in convalescenza infiltri
del tuo amore fumea
come ago in
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| Uno sguardo senza meta
indossai quel mattino
per cogliere attimi
senza logiche ragioni
incontrai te
intorno al tutto
che mi circondava il giorno
e dentro al niente
che cresceva nel riposo
del mio cuore.
Trovai l’amore
a reclamare
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| Mollemente ondulante
una donna in bianco s’avvia
tra le viuzze della Vucciria
in un istante
prigioniera di un abbraccio
contagioso
seminato in disordine brioso
il collo lievemente piegato
presagio di uno sguardo affascinato
inerpicato sul
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| Foglie silenti
saluti
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| Tu, giocondo
quattro zampe all'erta
presenza chiassosa del quartiere
ti colgo
quadretto familiare
ti cerco
celato nei cortili
nero amico di tutti
muso lungo
ora ringhioso
ora mugolante
da te ho imparato
lezioni nel mattino
che ogni nuovo
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| Lanciata su strada di ferro
la bestia feroce
correva e inghiottiva
scioglieva la candida neve
con lacrime in fuga
dal ventre sconnesso, sbuffante e mai sazio
giungeva al morto binario
delle libertà soffocate.
In quel cortile
di gemiti e
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| Richiamo
di bianche colombe
lo specchio del cielo caduto
sul grigio cemento inzuppato
da nuvola imperiosa
che adesso riposa.
Attesa
silenzio e sguardi d’intesa
frescura nei becchi
e battito d’ali
applausi alla vita
di piume e
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| Aria
acqua
terra
fuoco
ne attraversi
imperscrutabili sentieri
ora amici vivaci
o di scatto
acerrimi nemici
per te uomo
nella tua fragilità
combatti la tua guerra
di un giorno inaspettato
di una ferita improvvisa
nel tuo
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